mercoledì 29 ottobre 2008

MADRID, 03

Domenica 19 ottobre

L'autobus ci lascia in Glorieta Puerta de Toledo, teatro di un progetto di riqualificazione ad opera di Navarro Baldeweg, il quale sottolinea il carattere pubblico e istituzionale dei nuovi manufatti (un centro sociale, un centro per anziani, una biblioteca) elevandoli mediante un basamento di granito grigio che definisce il margine settentrionale della piazza e individua una sorta di piccola acropoli.
Qui ha inizio il nostro tour attraverso i principali interventi contemporanei realizzati all'interno del centro antico.
Allora percorriamo gli stretti e tortuosi vicoli dei quartieri del Rastro, dove come ogni domenica mattina c'è il mercatino delle pulci, e del barrio di Lavapiès, dove possiamo apprezzare la riqualificazione di Plaza Lara (Linazasoro) e il nuovo Teatro Olimpia (Paredes y Pedrosa).
La tappa successiva è il Centro d'Arte Reina Sofia, recentemente ampliato da Jean Nouvel mediante l’addizione di un volume triangolare sormontato da un’imponente copertura a sbalzo in metallo lucido rosso. Nel complesso risulta poco convincente il prospetto verso Atocha, mentre è straordinaria la grande corte venutasi a creare tra il volume nuovo e il palazzo settecentesco, ovvero una vera e propria piazza coperta che costituisce un vero e proprio brano di città.



Attraversiamo la strada per raggiungere la Stazione di Atocha, opera di Moneo, dove gli elementi della composizione di maggiore rilievo sono la lanterna cilindrica e la torre parallelepipeda dell'orologio.
Sempre Moneo è il responsabile dell'ampliamento del Museo del Prado. Anche se è necessario tenere conto dell'immensa difficoltà insita nel progetto, la sensazione è che al grande maestro spagnolo sia in questo caso mancata una giusta dose di coraggio e sfrontatezza.
Coraggio e sfrontatezza che non difettano invece ad Herzog & de Meuron.
I due straordinari architetti svizzeri hanno recentemente convertito un'ex-fabbrica in un centro culturale polivalente (Caixa Forum) mediante un’ardita opera di sottrazione (ne hanno eliminato di fatto il basamento di solido granito) e di successiva addizione (la hanno sopralzata con un parallelepipedo irregolare in acciaio courtain).


L'aspetto più straordinario è quello strutturale: siamo in dieci o venti tra architetti e ingegneri e siamo tutti lì, mentre aspettiamo pazientemente di entrare in coda, a domandarci come fa a stare su...
Dopo una buona paella al ristorante della Caixa, che vista dall'interno un pò ci delude per la scarsa attenzione ai dettagli, rimane solo il tempo per una rapida incursione in uno dei fantastici musei della città.

Un grazie a Mikaela, a Chiara, a Gianni e a tutti i compagni di viaggio del Collegio degli Architetti di Monza.

Nessun commento: