Venerdì 17 ottobre.
Piove anche a Madrid, chi l'avrebbe mai detto?
L'acqua inizia a scrosciare proprio nel momento in cui l'autobus lascia il nostro gruppo in Calle Mayor, ma dura assai poco, giusto il tempo per scatenarci nella ressa alla ricerca di un paraagua portatile nei negozietti di chincaglieria gestiti dai cinesi.
La passeggiata nel centro storico di Madrid procede dunque senza intoppi: la meravigliosa Plaza Mayor, capolavoro dell'urbanistica seicentesca spagnola, la Plaza de la Villa, l'Almudena e il Palacio Real - sontuosa opera barocca degli italiani Juvarra e Sacchetti - e per finire il Callao e la Gran Via, costeggiata da raffinati edifici fin-de-siecle.
Qui il gruppo si scioglie. Alcuni di noi proseguono sino all'elegante Circolo delle Belle Arti, realizzato da Palacios nei primi anni Venti, uno dei migliori esempi dell'architettura madrilena di inizio secolo, per poi cenare in uno dei locali più antichi di Madrid, l'Hlardy, situato nei pressi della Puerta del Sol, tra esili colonnine in ghisa, vecchi parquet scricchiolanti e pareti tinteggiate con colori caldi e vivaci.
La nostra prima giornata è filata via liscia, malgrado i miei timori di imbarcarmi su un volo Alitalia proprio di venerdì 17...
Al nostro arrivo all'aeroporto di Barajas, poco dopo le undici, abbiamo trovato ad attenderci Mikaela e l'autista che, senza perdere tempo, ci ha accompagnato in una prima ricognizione della città, in particolare della zona immediatamente a nord-est del nucleo storico, gravitante attorno al Paseo de la Castellana (le Torres Blancas e il Banco de Bilbao di Sainz de Oiza, l'Hotel Puerta America di Nouvel e altri, le KIO Torres a Puerta Europa di Philip Johnson e Burgee & Ass.)
La Castellana è l'arteria principale della città, la taglia tutta da nord a sud: essa costituisce da sempre, almeno dalla metà del XIX secolo in poi, la sua colonna vertebrale. Per questo motivo, i madrileni la considerano il vero fiume della città, dal momento che il Manzanarre si trova, invece, in posizione defilata e poco strategica.
Nel primo pomeriggio siamo finalmente scesi dall'autobus per sgranchirci le gambe e per gustare qualche tapas al Cafè Teatriz, un raffinato ristorante ricavato da Philippe Starck in un antico teatro, per ammirare l'Edificio Girasol, uno delle opere più famose di Coderch, e per finire con la visita al Santiago Bernabeu, uno dei templi mondiali del calcio, recentemente ristrutturato dall'Estudio Lamela.
Secondo recenti statistiche è proprio il Bernabeu, e non il Prado, il monumento più visitato della capitale spagnola...
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